lunedì 20 ottobre 2008

MISSING WHAT I CARE FOR

Today I'm violet. I miss cool things to do. And violet is something special today, to me. I miss time to be spent with friends, my mom and other people I love, around the world. I only have a ring in my 'pinkie' and I feel to belong to a city, not mine, to a face, not close, to a bright mind over there in my city, to London and that hill between Camden and Regent's Park. I miss that land from where I could see a poisoning fog covering rich green spaces. I miss everything could fill me up, today.
Photoes of what I want and need. Among these, I found a strong power to attend the day's challenges. One coffee, one more, to end the files. I perceive a strange pleasure, putting everything in a proper order and ohh my beloved plastic envelops, how helpful they are! I scratch the invisible surface of the day, working hard. Listening to what I need despite what I want. I've started this post with an other motivation, I reckon. Now, I'm in another field. I run. I run everyday and I'm 30 and late. I'm always late.

giovedì 2 ottobre 2008

You're silver lining the clouds...
And everything is torn apart

From youtube, this track from a closer view

http://www.youtube.com/watch?v=6BGb1vFKQFM&feature=related

FROM THE GIG ON...

'CLOCKS' ROCKS

mercoledì 1 ottobre 2008

HEY GUYS, I'M GONNA PLAY AS A FATMAN...

...

Non avrei saputo dirlo meglio...

“Viva La Vida Tour” .Coldplay.
La ragnatela dei suoni esplosivi. Bologna 29.09.08 di Gianluca Capaldo
Avvolti, accerchiati, incastrati, incastonati, sedotti, immersi nella musica, nei suoni, nelle luci, nei colori. È questa la sensazione che si ha assistendo al concerto più atteso della stagione live italiana. Dal palco, allestito nella maestosa struttura del Futurshow Station, fasci di luce portano gli sguardi verso l’alto dove rimbomba la passione dei tredicimila fan accorsi a Bologna per acclamare la band che ha conquistato le classifiche di tutto il mondo: i Coldplay.
L’immensità del dipinto di Eugène Delacroix "La Libertà che guida il popolo", che sullo sfondo vive di energia propria, viene anticipata dalle note poderose del valzer di Strauss che in pochi secondi lascia spazio al silenzio. Le luci delineano sulle tende calate sul palcoscenico le figure dei quattro musicisti: è delirio. Sono Life in Technicolor e Violet Hill ad aprire lo spettacolo. Ma è Clocks a scatenare le danze. Chris Martin saluta coraggiosamente in un goffo italiano: ma a lui è tutto permesso.
Dalle prime battute la sensazione è quella di assistere ad un concerto storico. Una vera e propria ragnatela di suoni sembra imprigionare gli spettatori che ammaliati, rapiti, non possono che lasciarsi trasportare dall’onda d’urto che lo show provoca. Le scenografie ostentano la grandiosità della produzione: maxischermi, impianti luci sinuosi come serpenti, laser multicolori, enormi sfere che si illuminano, proiettano immagini dal vivo, video d’arte, sensazioni visive. La regia in diretta mette in scena uno spettacolo da dieci e lode. Le proiezioni, che sembrano il risultato di mesi di lavoro di montaggio, sono le immagini che in diretta vivono sul palco.
Stupefacente.
I prolungamenti verso il centro della struttura permettono al cantante di muoversi istrionicamente accerchiato dalle urla dei fan: suona, salta, balla, sorride. Il pubblico italiano non si risparmia e lo accompagna degnamente in ogni esecuzione. L’emozioni scorrono velocemente: da In My Place a Speed of Sound, da Cemeteries of London a Chinese Sleep Chant. Dopo 42 è la volta di uno dei capolavori: Fix You. Un emozionato Chris Martin si lascia sovrastare la voce (che non in tutti i momenti del live si è potuta apprezzare) dal pubblico che ha davanti. Un momento di pausa e ci regalano una stupenda interpretazione di God Put A Smile Upon Your Face, presentata in una techno version da brividi. Anche Chris scherza sull’effetto della canzone e si lascia svenire dopo le ultime note. L’ironia (velata di protagonismo) torna quando preso un palloncino colorato dal pubblico lo posizione sotto la maglia e dice: “Questi saranno i Coldplay tra 30 anni". Si torna sul palco principale. È la volta dei due potentissimi singoli di Viva La Vida or Death and All His Friends: Viva la Vida e Lost!. Il coro "ooh ooh ooh” è un’iniezione di vita che ripetuta durante la serata dai fan non può che farci sentire protagonisti di un inno mondiale, non può non ricordare la scritta nel quadro che Frida Kahlo ha dipinto otto giorni prima di morire e che ha proprio questo titolo.
I ragazzi scompaiono per pochi secondi e ce li ritroviamo nelle retrovie della gradinata mentre si accingono ad eseguire in un breve set acustico The scientist e Death Will Never Conquer dove Will canta e Chris suona l’armonica. Ci avviamo verso la fine. Politik precede la meravigliosa Lovers in Japan che sarà impossibile da dimenticare: mentre sullo schermo le immagini ci trasmettono le numerose sfumature dell’emozioni che il mondo ci regala, dall’alto migliaia di farfalle di carta volano sul pubblico, che a bocca aperta ritorna bambino, in quell’aria festosa dove coriandoli e luci bastavano per rubare un sorriso. Death and All His Friends sembra chiudere il concerto, ma non è così... Il giallo che lentamente pervade il palco non mente: la band torna sul palco per Yellow, il loro primo successo.
È difficilissimo parlare di questa serata dove confusi e letteralmente travolti non riusciamo ad essere critici di quello a cui abbiamo assistito: la carica d’energia subita sbalordisce. Ma pensandoci non serve essere critici, poiché nonostante la sfarzosità di una messa in scena rimangono le emozionanti parole e melodie di canzoni senza tempo, immortali.
Setlist del concerto
Life in Technicolor
Violet Hill
Clocks
In My Place
Speed of Sound
Cemeteries of London
Chinese Sleep Chant
42
Fix You
Strawberry Swing
God Put A Smile Upon Your Face (techno version)
Talk (only partial, techno version)
The Hardest Part (solo Chris Martin)
Postcards from Far Away (solo Chris Martin)
Viva la Vida
Lost!
The Scientist
Death Will Never Conquer
Politik
Lovers in Japan
Death and All His Friends
Yellow
The Escapist (outro)
Anita writes:
The only thing I can add is that I'll miss 'the Coldplay effect' for the next 3 years (if it goes as it has to go) on me.
I know, like every voice or post in all the sites and spaces dedicated to them, I'm one among those 13.000 people.
Just one. But I felt like no-one, that pressure behinds this music.
What it made grow inside of me in 1998, after the first release of PARACHUTES, the only real Coldplay MASTERPIECE, I reckon.
I wish I had the chance to tell Chris: "Despite all, despite you all are STARS now, I feel you're still that same boy from Exeter with an incredible sense for spleen".
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